“Non posso ho un esame domani…” rispose lui.
“Eddai!! Ti lascio fare quella cosa che ti piace tanto!” insistette lei, scherzosamente.
“Ahhh be allora…” E le salto addosso, afferrandole i polsi e spingendo il proprio corpo su quello di lei.
Lei intanto ridacchiava.
Il suo respiro era così tiepido e piacevole sul suo volto.
Il tempo sembra fermarsi guardandola negli occhi.
Voleva baciarla, ma una forza invisibile lo bloccava, perduto per sempre nella sua bellezza.
“Che cosa stai aspettando?” Lo afferrò dietro la nuca, sigillando le loro labbra in un bacio.
*
“Continui ancora a sognarla?” domandò qualcuno con tranquillità, mentre scriveva sul suo taccuino.
“Sempre” rispose lui, distante.
Si bloccò per un secondo. Ancora quella sensazione famigliare di calore sulla sua faccia.
“Lei era…” disse con un filo di voce “Lei era tutto. Quell’amore che non ho mai avuto, quel piacere che non proverò mai più e quella connessione per sempre spezzata.”
CONTINUA
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Siamo seduti e le gambe si toccano, una mano stringe il sedere, passa sulle cosce e in unico movimento mi ritrovo al di sopra delle tue, in braccio, e i capelli cadono attorno in una tenda, coprendoci dal mondo esterno.
I movimenti sono involontari, ma tutto è fatto per avvicinarci ancora di più, strusciare per far toccare. Scendo da sopra e ti tiro in piedi per prendere la maglia, tirarla oltre la testa e scoprire quel petto caldo e marmoreo, le braccia si vedono in maniera evidente, come ogni altro muscolo già teso per quello che avverrà. Fai lo stesso e vedo lo sguardo scorrere su di me, dal basso verso l'alto, lo vedo fermarsi tra i seni e con lo sguardo arrivano le mani, passano ovunque non lasciano un centimetro, come a dimostrare che ogni punto è degno di attenzione, ogni punto deve bruciare dall'interno al solo tocco.
Ci riavviciniamo, colmiamo lo spazio che sia era creato, ora che lo strato di vestiti è sparito la pelle brucia come non mai, non si capisce più di chi sia, si scontrano in un insieme di braccia, corpi e labbra che non si lasciano mai.
Le sento quelle mani possenti e grandi, che si attaccano ai miei fianchi, stringono e passano finché mettendosi ai lati mi sollevano e subito le avvolgo intorno alla tua vita, agganciando i piedi dietro la schiena. Fai due passi in avanti e mi ritrovo con la schiena sulla parete, è più fredda dei nostri corpi caldi, ma non ci faccio caso, sento invece il tuo corpo contro il mio che copre, che manda ondate di calore, faccio caso alle gambe aperte tra le quali ti trovi tu, annullando ogni spazio ma volendone ancora di meno.
Ci fermiamo un attimo a fissarci, poi con le labbra calde e umide dalla bocca in una fila di baci scendi lungo la guancia, lungo il collo dove resti, baci, mordi, succhi, so che stai lasciando uno dei tuoi segni, uno si quelli rossi che rivedrò con me allo specchio per i prossimo giorni, ma non me ne curo, perché i brividi si irradiano dal punto in cui sei, lavori quasi metodicamente, ma con voracità allo stesso tempo, poi ti sposti dall'altro lato e continui, so che dovrei fermarti perché saranno visibili, ma non lo faccio e invece appoggio la testa all'indietro sulla parete.
Con apparente facilità mi tiri più su in modo da trovarti davanti al reggiseno che fino a quel momento aveva resistito, ma che ora sparisce, ti ci immergi, la bocca che passa che succhia anche lì ma lasciando meno segni, è sempre sembrata assurda questa cosa eppure è così.
Ti prendo il viso tra le mani e lo riporto su di me, stringo le gambe e mordo quelle labbra carnose e rosse. So che, come la schiena o le braccia sono così contratte, anche altro lo è, qualcosa più in basso ed a cui sono pericolosamente vicina; e so che anche tra le mie gambe il risultato è lo stesso, tutto è pronto. A. P.
Ridiamo mentre esco dalla porta; certo Michela, la mia ex compagna di classe, ma anche l’ex di Giorgio prima di mettersi con me; e Marco, il mio primo amore adolescenziale, il mio primo bacio, la mia prima delusione d'amore, insomma un po' di prime volte ma non quelle che avrei voluto io, adesso è sposato con Ambra, più un'amica che una moglie ed un'amante.
Il ritrovo è al solito posto di quando ci incontravamo per i nostri sabati sera, ci siamo tutti, un po' invecchiati ma ancora tutti belli; c'è chi è tornato da New York, chi da Dubai, Marco da Edimburgo, per stare tutti insieme ancora una volta.
I ragazzi sistemano i trasporti come ai vecchi tempi e noi ragazze siamo accompagnate: appuntamento al ristorante sui colli con vista mozzafiato sulle luci della città, trascorriamo una bellissima cena raccontandoci le nostre vite ed esperienze.
Marco è seduto lontano da me, ma i nostri sguardi si incrociano spesso ed è più bello adesso di quando eravamo in classe insieme. Mi alzo per andare in bagno, lui mi raggiunge e mi dice: "Sei bellissima, ti vorrei riportare a casa io dopo la cena.". "Aggiudicato!" rispondo io e gli do un bacio sulla guancia, mi giro e proseguo verso il bagno.
Arriva il momento dei saluti con la promessa di rivederci quanto prima, sicuramente prima di venticinque anni; si riorganizzano i trasporti e io rimango sola in auto con Marco, che ha sbolognato altrove quelli che erano arrivati con lui.
Ci guardiamo e ci sorridiamo e, come sempre, cominciamo a parlare ed è così piacevole che il tempo passa e non ce ne accorgiamo: negli ultimi periodi, prima della cena, abbiamo flirtato molto via chat ma adesso stiamo flirtando dal vivo e la cosa mi imbarazza ma allo stesso tempo mi eccita. Anche Marco è agitato e poi mi dice: “Vorrei portarti a casa dei miei, dove ci siamo baciati la prima volta."
Rimango un attimo interdetta, ma la proposta mi eccita e accetto. In dieci minuti siamo a casa dei suoi, che sono in vacanza, e Marco alloggia qui per questo breve soggiorno.
Mi fa entrare e mi fa strada scendendo le scale della taverna, accende le luci e mi accorgo non è cambiata molto da come me la ricordavo: c’è sempre il grande divano in mezzo, davanti alla tv, il tavolo in legno per le serate tra amici, la console dalla quale Marco metteva la musica in quelle serate. Su quel divano ci siamo dati l'unico bacio!
"Accomodati" dice Marco, mi siedo sul divano e lui mette una musica di sottofondo, quella del bacio, “More than words”.
"Non mi ricordavo che eri così attraente" mi dice lui, sedendosi al mio fianco. "E io non mi aspettavo questo invito, ma è una bella sorpresa” rispondo io.
In realtà mi sono sempre sentita il brutto anatroccolo della situazione, ma Giorgio mi ha fatto sentire bella, mi ha spinto a diventare bellissima e... a non perdere occasioni e questa è l'Occasione!
Siamo molto vicini, Marco guarda la mia scollatura e io non faccio niente per nasconderla. Alza lo sguardo, avvicina il suo viso al mio e mi bacia spingendo la sua lingua nella mia bocca.
Rispondo avvinghiandolo e avvolgendo la sua lingua con la mia, mi sento eccitata, mi corre un brivido lungo la schiena e mi accorgo di essermi bagnata; Marco appoggia la mano sulla mia coscia, io la prendo e la infilo sotto la mia gonna per fargli sentire i miei slip bagnati.
Lui non indugia, scosta leggermente lo slip e passa le sue dita sul mio clitoride, mentre la sua bocca si stacca dalla mia e va a cercare i miei seni: sbottono la camicetta e slaccio il reggiseno, i miei capezzoli sono durissimi e Marco me li lecca dolcemente e mi bagno ancora di più, mentre lui mi masturba con passione, infilandosi anche dentro. Anche io gli tolgo la camicia e accarezzo il suo petto che è più muscoloso di quanto mi aspettavo, slaccio la cintura e sbottono i jeans infilando la mia mano nei suoi boxer: il suo membro è durissimo e adesso ho voglia di prenderlo.
Finiamo di spogliarci, Marco mi stende sul divano e si mette sopra di me baciandomi e strusciandosi, scende ancora verso i miei seni e si immerge in loro: mi viene un pensiero curioso che mi fa sorridere: “Certo con sua moglie Ambra esplora solo praterie, non ha mai visto niente di simile."
Sono bagnatissima, Marco si accorge e con un movimento deciso ma dolce, infila il suo membro dentro e comincia a muoversi prima delicatamente, poi con più forza: ci guardiamo negli occhi ed ansimiamo insieme e sappiamo che è un momento che aspettiamo da più di vent'anni.
Mi penetra con sempre più decisione e io godo tantissimo, sembra che debba esplodere dentro di me da un secondo all'altro, ma si ferma all'improvviso, esce e con un gesto deciso mi gira a pancia in giù; mi piace la pecorina, mi piace che mi abbia girato così, allora sollevo il mio culo verso di lui che mi prende i fianchi e mi penetra ancora, con forza, con decisione nella mia figa bagnatissima. Urlo di piacere mentre Marco ansima, mi eccitano i suoi colpi di bacino contro le mie natiche, il ritmo aumenta e all'improvviso: “Vengo
Marcoooo" e continuo a venire mentre lui si agita ancora dentro di me. Dopo qualche secondo, anche Marco urla di piacere: “Barbara, arrivo dentro di te" e viene per un tempo che pare infinito
mentre io ho il secondo orgasmo.
Marco si accascia su di me e ansimiamo per qualche minuto, poi lui si stacca e si siede sul divano: io mi giro, lo guardo, mi avvicino e strusciando le mie tette sul suo torace, lo bacio.
Lui ansima ancora, allora io gli tocco il perineo ed ha un sussulto; risalgo verso i suoi testicoli sfiorandoli con le mie unghie e mi accorgo che sono ancora duri così come il suo membro. Gli metto la lingua in bocca e comincio a masturbarlo e la sua erezione aumenta così come la mia voglia di averlo ancora dentro di me. Prendo le mani di Marco con la mano libera e le appoggio sulle mie tette e sul mio culo, mi tocca avidamente ed esplora se sono ancora eccitata, infilandomi due dita dentro mentre le nostre lingue non smettono di incrociarsi. Adesso il suo membro è grossissimo, salgo a cavalcioni sopra di lui, me lo infilo dentro e comando il ritmo: lui mi morde i capezzoli e me li succhia e mi fa gemere di piacere, io lo faccio godere con il mio ritmo che aumenta pian piano fino a che tutti e due veniamo urlando, con in sottofondo la musica del primo bacio.
Ci accasciamo e ci guardiamo, sorridiamo e niente di più. Rimaniamo così per qualche minuto, poi vado a rimettermi in ordine nel bagno elegante della taverna; al mio ritorno anche Marco è già vestito: "Ti porto a casa?". "Si, grazie." rispondo avvicinandomi; ci baciamo dolcemente: “Allora domani torni a Londra" gli chiedo. "Si torno a casa, ho questioni importanti da sistemare".
"Spero di rivederti presto" gli dico e mi riaccompagna a casa.
Salgo le scale sorridendo, apro la porta e le luci sono spente, vado in camera e Giorgio sta dormendo sul fianco con le gambe piegate. Mi spoglio senza far rumore, mi infilo la sua maglietta che uso come camicia da notte, mi sdraio incastrata in lui, soddisfatta della serata e mi addormento. 😊 R. C.