Attesa
Ancora pochi minuti e sarebbe arrivato, eppure le sembrava di aspettarlo da ore. Le aveva regalato un leggero abito in pizzo nero, “Indossalo per me”, tra le righe la certezza che sarebbe tornato presto. Lei si era preparata, aveva raccolto i capelli, messo due gocce di profumo, e l’abito. Nient’altro. Dalla porta aperta della camera riusciva a scorgere l’ingresso: decise di accoglierlo così, sulla sedia, con le gambe accavallate intente ad accarezzarsi l’un l’altra. L’attesa la faceva agitare, irrequieta, e al solo pensare le mani e la bocca di lui sul suo corpo un brivido di piacere la scosse. I morbidi seni tradivano la sua eccitazione, li sfiorò con le dita e un’ondata di calore dal basso ventre l’avvolse. Non poteva più resistere, divaricò le gambe e vi fece scivolare una mano. Dall’ingresso giunse morbida e impaziente la voce di lui. “Non toccarti. Voglio farlo io.” E.B.
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